Un’altra storia tutta italiana
Come immaginare che i nostri Carabinieri, a cui è stato tributato il plauso dell’intero Paese per la professionalità e l’umanità dimostrate durante l’evacuazione dell’ambasciata d’Italia in Afghanistan, avessero ancora, dopo 2 anni, i propri bagagli bloccati a Kabul?
Non è retorica, né si vuole sollevare una polemica sterile ma rimarcare una situazione che ha del paradossale, in danno di colleghi che con pregevole duro lavoro hanno portato, per l’ennesima volta, l’immagine dell’Italia ai più alti livelli nel contesto mondiale.
Il 7º Reggimento Carabinieri Trentino-Alto Adige è da sempre impegnato in missioni internazionali in ogni parte del mondo e, nel 2021, faceva parte del team di evacuazione dell’ambasciata d’Italia a Kabul. In quell’occasione, connotata da un fattore di rischio estremamente elevato, la priorità massima fu data ai connazionali presenti in loco ed ai civili afghani. Si optò per un piano di caricamento bagagli molto “parco” per dare quanto più spazio alle persone da evacuare.
Oggi che tutto è concluso, adesso che la possibilità di riportate indietro quei bagagli contenenti frammenti di vita dei nostri militari è concreta, cosa aspettiamo?
Certamente non la riapertura del teatro afghano… o almeno questo ci si augura.
Un’attesa pari ad un biennio appare più che congrua e si chiede quindi che, qualora non sia possibile organizzare un trasporto aereo per il rientro, si attivi la procedura di indennizzo prevista in casi analoghi al precipuo fine di liquidare il danno patito dai colleghi o, in subordine, prevedere l’intervento del F.A.A.P. per la corresponsione della somma dovuta a ciascun militare.
SIM CARABINIERI
Segreteria Regionale Trentino Alto Adige
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