Strade sicure o Carabinieri VFP1 (AUS)
LE FORZE DI POLIZIA AL CONTRARIO
Esercito in strada con Strade Sicure o torniamo a mandare i carabinieri alle Stazioni prevedendo i VFP1 (AUS) direttamente per l’Arma.
ROMA – Mentre si spendono milioni di euro per l’operazione “Strade sicure“, incrementando ulteriormente la presenza dell’Esercito nelle città italiane, gli organici dell’Arma sono al lumicino e presso le Stazioni Carabinieri non ci vuole andar più nessuno, al punto che i vertici hanno deciso di ridurre il numero dei Carabinieri “previsti tabellarmente” nei singoli reparti territoriali, così risolvendo, come per magia, il deficit organico dell’Arma in tutti i Comuni, facendo svanire le carenze di personale, che invece andavano oggi più che mai finalmente colmate .
Soluzioni al contrario di un mondo al contrario, verrebbe spontaneo dire.
A seguire, la stessa logica inversa si ritrova leggendo i comunicati dei soliti noti politici, che esaltano l’operazione “Strade sicure” per intestarsene l’iniziativa, senza comprendere che il ricorso all’impiego dell’Esercito deve essere considerata una opzione straordinaria e non una prassi ordinaria che, utile solo alla facile ed immancabile strumentalizzata politica, di fatto impedisce di affrontare seriamente il problema della sicurezza nelle strade italiane, attraverso il necessario ed impellente ripopolamento delle Stazioni carabinieri, fulcro della sicurezza italiana (es. Tor Bella Monaca, per citarne una a caso…).
Ci teniamo inoltre a sottolineare che proprio la stessa legge del 24 luglio 2008, n. 125, istitutiva della missione Strade sicure“, prevede in via priorità contingenti di carabinieri, infatti recita: “Art. 7 bis, comma 1: “Per specifiche ed eccezionali esigenze di prevenzione della criminalità, ove risulti opportuno un accresciuto controllo del territorio, può essere autorizzato un piano di impiego di un contingente di personale militare appartenente alle Forze armate, preferibilmente carabinieri impiegati in compiti militari …”
Concordiamo, poi, con chi pensa che i Carabinieri di vigilanza nei vari palazzi delle tre sorelle Forze Armate, debbano poter essere impiegati in modo più proficuo, dedicandoli – suggeriamo – a compiti più strettamente di polizia militare e polizia giudiziaria a vantaggio proprio della forza armata assistita.
Il SIM Carabinieri, nel ribadire che gli organici dell’Arma debbano essere implementati con la creazione dei VFP 1 dell’Arma dei Carabinieri, non provenienti dalle altre Forze Armate proprio per la netta diversità delle competenze necessarie per svolgere funzioni di polizia, evidenzia che la formazione di operatori delle Forze di Polizia necessiti fin da subito di un inquadramento diverso, perchè fare il Carabiniere è altro!
La formazione degli operatori di polizia ha bisogno di un particolare addestramento e una specifica cultura di gestione. Non si diventa Carabinieri per decreto bensì per scelta profonda, con il duro lavoro e attraverso l’appartenenza a reparti specializzati che da sempre operano con professionalità anche addestrando polizie di diverse nazioni nel mondo.
Abbiamo sottaciuto sul disastro in attività di ordine pubblico avvenuto in Kosovo, per rispetto dei soldati che hanno eseguito gli ordini ricevuti, ignari del pericolo proveniente in primo luogo da una preparazione non adeguata al compito. Risultato: venticinque militari della Kfor, nel nord del Kosovo, fra loro undici militari dell’Esercito, sono rimasti feriti negli scontri, di cui tre italiani in gravi condizioni e questo nonostante fossero, e siano tuttora presenti in loco, i Carabinieri dell”M.S.U. (Multinational Specialized Unit), professionisti della Linea Mobile dei Carabinieri, preparati a tale compito.
Insomma, in Italia come all’estero tutti sembra vogliano fare i Carabinieri, ma in Italia non li arruoliamo più come fosse un modello di professionalità da dismettere (anche qui tutto sembra viaggiare alla rovescia)
Il SIM Carabinieri ringrazia comunque i colleghi dell’Esercito impegnati in “Strade sicure” e comprende le difficoltà in un impiego che snatura la loro professionalità però, allo stesso tempo, non può accettare che oggi non si capisca chi sono e cosa siano gli operatori di polizia, evitando così di formarne quanti ne sono necessari alla sicurezza dell’Italia “nelle scuole Carabinieri”
Tutti puntano a servire laddove si pensa più remunerativo, comprese le sedi diplomatiche, ma nessuno vuol fare il duro lavoro del Carabiniere specialmente nelle nostre Stazioni.
Va, infatti, contrastata con determinazione la logica “arraffona” di chi pensa “piatto ricco mi ci fico” e con questo intendiamo riferirci a chi, ultimamente con particolare vigore, prova a intervenire sulle posizioni dei Carabinieri nel servizio di sicurezza presso le sedi diplomatiche Italiane, da sempre prerogativa inviolabile dell’Arma dei Carabinieri.
Va poi ricordato che il principio di equa ripartizione degli incarichi non è stato applicato per quanto attiene proprio “quei piatti ricchi”, e ci riferiamo alle addettanze militari che sono quasi ad esclusivo appannaggio del Comparto Difesa (così come l’incarico a rotazione di Capo di Stato Maggiore della Difesa che esclude l’Arma dei Carabinieri).
Il SIM Carabinieri chiederà audizione alle Commissioni competenti, per ribadire il primario ruolo di Polizia di sicurezza e di Polizia militare dell’Arma e l’importanza degli arruolamenti diretti, dando anche la possibilità, ai nostri futuri VFP1 dei Carabinieri, di transitare in altre Armi, come accade oggi in direzione Arma dall’Esercito, sicuri che alle nostre prerogative già pensano i vertici.
SIM CARABINIERI
Segreteria Nazionale