Scuole dell’Arma dei Carabinieri (Iglesias): ce la possiamo fare.
Nei giorni scorsi abbiamo letto dei comunicati di altre sigle sindacali che riportavano la stranezza di alcuni comportamenti educativi adottati da ALCUNI istruttori all’interno delle scuole. Se fosse accertato quanto scritto, circa il verificarsi di vecchi retaggi addestrativi ai quali oggi i più “anziani” portano la mente, ironizzando proprio su quegli istruttori che spesso, stupidamente, credevano di avere delle capacità didattiche di elevato livello.
Sappiamo con certezza che all’interno delle scuole, in particolare ad Iglesias, a seguito dei citati comunicati sono stati adottati dei provvedimenti nei confronti degli istruttori più “bizzarri“, ma ancora c’è molto da fare.
È vero sì che la formazione delle nuove leve lascia qualche perplessità sul risultato finale, proprio nella ferma convinzione che dalla didattica all’attività addestrativa si è fermi da decenni, e pare improbabile pensare che non si senta la necessità di dare una giusta preparazione con una corretta disciplina, che non può basarsi sicuramente sui fatti narrati.
Potremmo limitarci a ringraziare quel “tenentino” o quel “maresciallino” che continuano ad urlare a squarciagola che “dei sindacati non gliene frega un ca**o“, anche perché più lo dicono e più si ingenera negli allievi l’idea che il sindacato porti “giustizia ed equilibrio“.
Ma, in realtà, tal fatto non merita nemmeno considerazione, anche perché dovremmo spiegargli che c’è una legge che li disciplina, quella che loro stessi dovrebbero illustrare; la stessa che consente di dare voce a chi nell’Arma, anche se recluta, subisce un trattamento disumano e, soprattutto, lesivo della dignità della persona e che proprio un istruttore, un insegnante, un comandante, dovrebbe invece alimentare con i giusti esempi ed insegnamenti.
Ricordare, poi, a questi giovani istruttori che chi scrive delle loro “pulsioni represse”, ha decenni di servizio ed esperienze sulle spalle ben lontane dalle loro, con ragguardevoli titoli, ricompense e benemerenze è una fatica sprecata che non capirebbero.
Invece con questo scritto, ci rivolgiamo ai loro “Comandanti”, a coloro i quali conoscono la vita del Carabiniere dentro e “fuori le mura“, ed è a codesti che lanciamo un appello accorato, anche perché non sono i sei giorni a settimana che formano un buon Carabiniere, bensì come vive all’interno della Scuola.
SIM CARABINIERI
Segreteria Nazionale