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Salvo D’Acquisto: una storia di abnegazione, sacrificio e amore.

Quella di Salvo D’Acquisto è una bellissima storia d’amore, di servizio, di abnegazione e sacrificio, ma soprattutto, lo ribadiamo, è una storia d’amore.
Sì, di vero amore verso il prossimo, amore verso la nostra istituzione, amore verso il senso del dovere e verso la nostra amata Patria e verso i fratelli italiani. La storia è quella nota a tutti, ovvero quella di intere divisioni dell’esercito lasciate a se stesse (come la Divisione Aqui a Cefalonia) o di altri reparti che all’indomani dell’armistizio dell’8 settembre del 1943 si trovarono allo sbando, privi di ordini, senza guida e con i tedeschi al fianco, quelli stessi che fino al giorno prima erano alleati, divenuti ormai nemici, anzi aguzzini. In questo quadro i Carabinieri hanno continuato a prestare il loro servizio verso la popolazione cercando di contenere la furia tedesca dei rastrellamenti, delle rappresaglie. Pensiamo, solo per citarne uno, il Fronte Clandestino di Resistenza dei Carabinieri che faceva capo al Generale dei Carabinieri Filippo Caruso, che organizzò e diresse uno dei tanti fronti che i libri di storia dei nostri figli non citano, dimenticandosi delle oltre 7000 vittime cadute tra le fila dei Carabinieri, rei di aver fatto resistenza all’oppressore tedesco, al prezzo della loro vita.
La storia di Salvo D’acquisto è quella di un giovanissimo ragazzo di Napoli che si arruolò nei Carabinieri Reali nell’agosto del ’39, impiegato poi nella guerra in Africa nel ’40, a Bengasi.
Divenne poi vice brigadiere ed alla fine del ’42 fu trasferito alla Stazione Carabinieri di Torrimpietra, in provincia di Roma.
Il 22 settembre del 1942, all’interno di una vecchia caserma della Guardia di Finanza occupata dai nazisti e situata nei pressi della Torre di Palidoro, l’incauto maneggio di alcuni ordigni causò la morte di due militari tedeschi ed il ferimento di altri due. La minaccia di rappresaglie da parte dei tedeschi fu immediata, dato che l’evento fu qualificato come attentato da parte di sabotatori partigiani. Nella caccia agli inesistenti colpevoli fu pretesa la collaborazione dei Carabinieri di Torrimpietra, guidati proprio dal giovanissimo ventiduenne Salvo D’Acquisto, il quale vide il rastrellamento di ventidue persone scelte a caso tra gli abitanti della sua giurisdizione. Ventidue, come i suoi anni. Inutili i tentativi da parte del nostro eroe di convincere i tedeschi, che nel frattempo lo interrogavano picchiandolo, che l’evento era stato accidentale, che quelle povere persone, quegli inermi cittadini appena rastrellati per vile rappresaglia, erano totalmente innocenti. Mentre gli stessi furono costretti a scavare una fossa comune per la loro imminente fucilazione, Salvo D’Acquisto decise di offrire la sua vita per loro:
si autoaccusò della morte dei militari tedeschi, chiedendo ed ottenendo la liberazione dei ventidue cittadini innocenti, sacrificando così la sua giovane vita in riscatto della loro, affrontando con dignità ed orgoglio il plotone di esecuzione al grido di “Viva l’Italia!”.
Una testimone, Wanda Baglioni, riferì che gli stessi militari tedeschi autori dell’esecuzione, dissero: “il vostro Brigadiere è morto da eroe. Impassibile anche di fronte alla morte“.

L’eroico gesto del nostro vicebrigadiere Salvo D’Acquisto non passò inosservato, riscuotendo l’enorme plauso e l’ammirazione di tutta la Nazione, sia nell’immediato che nei decenni a seguire fino a giorni nostri, celebrato dalla società civile e dalla nostra amata Istituzione con i tributi che merita, quelli che spettano ad un vero eroe.
Lo abbiamo detto si dall’inizio, la sua storia è una storia d’amore, è patrimonio di tutti i Carabinieri di ogni ordine e grado che la custodiscono gelosamente, la tramandano con orgoglio ed a lui volgono lo sguardo come vero esempio di “elette virtù militari, spinte fino all’estremo sacrificio”, un sacrificio di amore, di onore e di servizio.

“Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici”, insegna Nostro Signore Gesù Cristo nel Vangelo di Giovanni (Gv 15, 13) e proprio l’eroica testimonianza del suo amore, quell’amore di cui abbiamo parlato all’inizio, ha portato l’Ordinariato Militare a proporlo per la causa di canonizzazione nel 1983 ed alla successiva trasmissione di tutti gli atti alla “Congregazione per le cause dei Santi”.
Vogliamo concludere con le parole dell’amato Papa San Giovanni Paolo II che, in un discorso rivolto nel febbraio del 2001 proprio ai Carabinieri del Comando Provinciale di Roma, disse:
«La storia dell’Arma dei Carabinieri dimostra che si può raggiungere la vetta della santità nell’adempimento fedele e generoso dei doveri del proprio stato. Penso, qui, al vostro collega, il vice-brigadiere Salvo D’Acquisto, medaglia d’oro al valore militare, del quale è in corso la causa di beatificazione

SIM CARABINIERI

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