Regole certe sulla gestione dell’ordine pubblico. Ai ragazzi diciamo: il dissenso non sia contro le Forze dell’Ordine
Sono trascorsi molti anni da quando gli appartenenti alle Forze dell’Ordine chiedono regole di ingaggio chiare e precise sulle misure da adottare durante gli ordini pubblici, se quelle esistenti non sono più ritenute attuali.
E su questo la politica ha l’obbligo giuridico e morale di intervenire quanto prima, anche alla luce delle mutate situazioni morali e sociali intervenute dal lontano 1981.
“Sbirro di merda”, “infame”, “coglione”: è da anni consuetudine acclarata di chi deve rivendicare o esprimere il dissenso svilendo il dissenso stesso.
Le garanzie invocate da chi dissente devono essere valide anche per gli operatori della sicurezza, poiché è inaccettabile che i facinorosi, celati tra le masse, possano continuare ad insultare chi si occupa di far rispettare le leggi dello Stato invocando a loro difesa “Lo Stato di Polizia” quando, sebbene con l’utilizzo della “Forza Pubblica”, gli viene impedito di turbare l’ordine e la sicurezza pubblica.
In qualità di rappresentanti sindacali esprimiamo il nostro rammarico per la gestione, le regole e alcune disposizioni discutibili date nei servizi di ordine pubblico, e siamo pronti anche a condannare eventuali singoli episodi di violenza gratuita, semmai siano accaduti. Ma al contempo ci aspettiamo la solita gogna mediatica nei confronti dei nostri colleghi, i quali, checché se ne dica, si troveranno per l’ennesima volta a doversi difendere sol perché hanno svolto soltanto il loro lavoro.
Abbiamo sentito dire ad eccellenti esponenti sindacali, che dovrebbero tutelare i lavoratori, che il comportamento degli operatori è indecente. Ed a questi “signori” noi rispondiamo che di indecente vediamo solamente l’ottusità di chi non comprende il disagio delle Forze di Polizia, sempre al centro delle dispute tra le forze politiche.
Ed inoltre è doveroso precisare che le uniche dotazioni per svolgere i servizi di O.P. sono il manganello quale dissuasore e lo scudo di protezione per limitare i danni fisici degli operatori.
Ma veramente c’è chi pensa che i Reparti Mobili sono composti da psicopatici, i quali quando svolgono il loro servizio hanno come obbiettivo quello di dare manganello sulla testa dei manifestanti? Forse si, anzi sicuramente si, alcuni pensano davvero questo, e noi siamo determinati nel dire che ciò non corrisponde al vero, anzi, assolutamente il contrario. I nostri colleghi scendono in piazza con la consapevolezza che tutelare tutti i cittadini presenti sia il punto cardine della loro missione, anche e spesso prendono sputi, pietrate ed insulti gratuitamente.
Il SIM Carabinieri resta basito su come sia stato facile anche stavolta scaricare le colpe sugli operatori, i quali molto probabilmente come spesso è accaduto, saranno gli unici a pagarne il prezzo per il passato e per il futuro.
Detto ciò, vogliamo e chiediamo a gran voce che i manganelli vengano sostituiti con delle belle margherite, sicuramente meno aggressive, così da poterle offrire ai manifestanti nella vaga speranza di inibire la loro ira.
Continuare a dire che il problema è sempre l’uso sproporzionato della forza, tra l’altro da parte di chi non ha nessuna competenza in materia di ordine pubblico, rileva ancor di più su quanto poco sappia circa l’inesistente discrezionalità da parte del responsabile di turno sulla decisione di intervenire, che si basa solo e sempre su condizioni di turbativa ben delineate.
Se il mantenimento dell’ordine pubblico prevede che su quella strada, via o edificio non si debba entrare, lì non si entrerà, punto! E queste valutazioni vengono preventivamente concordato, dopo una accurata valutazione dei rischi, da parte dei tecnici e dirigenti responsabili.
Tutti coloro i quali intenderanno violare quelle zone devono sapere benissimo a cosa andranno incontro, siano essi studenti, appartenenti ai centri sociali, agricoltori, metalmeccanici etc etc.
Concludiamo col ribadire che, se lo Stato ritiene che l’impiego della forza e delle regole di ingaggio debba essere riconsiderato deve farlo subito, senza che a farne le spese continuino ad essere gli operatori di polizia.
Ha detto bene il Signor Presidente della Repubblica, i manganelli contro i ragazzi esprimono un fallimento e noi aggiungiamo che l’uso dei manganelli esprime sempre un fallimento, e se l’autorevolezza delle Forze dell’Ordine è compromessa, la responsabilità non va ricercata in chi ogni santo giorno si alza la mattina presto per evitare che l’autorevolezza la perda lo Stato, bensì in coloro che lo permettono.
Il SIM Carabinieri continuerà a battersi per i colleghi affinché vengano al più presto emanate norme chiare a tutela degli operatori di polizia.
SIM CARABINIERI
Segreteria Nazionale