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Pensioni: niente panico, tutto come prima

Roma. Sono ormai due giorni che sui social media impazza un messaggio testuale FAKE, frutto sicuramente di discepoli del compianto Larry Tesler, circa un prossimo innalzamento dell’età pensionabile per il personale del comparto Difesa e Sicurezza. Il SIM Carabinieri dopo un’attenta disamina di questo messaggio, non firmato e senza alcuna fonte certa, anche questa volta può tranquillamente smentire che esista alcun provvedimento normativo di tale portata, tanto meno che esso sia nell’agenda del Governo ovvero che sia all’esame presso il supremo organo legislativo Italiano.

A tal proposito questo sindacato, avvalendosi delle sue competenze nell’analizzare costantemente il quadro macroeconomico e normativo italiano, ritiene che sia di fondamentale importanza non prestarsi a diventare una mera cassa di risonanza di notizie FAKE o comunque non verificate, ed è altresì convinto che sia d’estrema importanza fare chiarezza in materia pensionistica in modo da tranquillizzare tutto il personale del comparto rispetto a ciò che potrà davvero accadere.

In pratica, l’unica ragione per aspettarsi una modifica dell’attuale sistema pensionistico del comparto Difesa e Sicurezza è il noto meccanismo che adegua l’età pensionabile alla speranza di vita, il quale per le Forze Armate ha comportato dalla sua entrata in vigore e sino ad oggi un innalzamento di 12 mesi rispetto a quanto stabilito dal decreto legislativo 165/1997. L’aspettativa di vita in argomento rappresenta la permanenza in vita a partire da una certa età ed è, in pratica, un indice che l’ISTAT aggiorna con cadenza biennale. Per gli anni 2021/2022 e 2023/2024 si è registrata una pausa dell’incremento di vita, per cui gli adeguamenti sono stati di fatto “congelati” (vds. circ. INPS 19/2020 e circ. INPS 28/2022). È opportuno sottolineare che il prossimo, adeguamento con le speranze di vita non ci sarà nel 2026, bensì potrebbe esserci solo a partire dal 2027, così come previsto dal decreto Ministeriale del 18/07/2023 del Ministero dell’Economia e delle Finanze sulla base della speranza di vita verificata dai dati ISTAT per il 2025-2026, biennio ove, pertanto, non sono previste variazioni.

È doveroso precisare che per quanto riguarda le pensioni di vecchiaia, nell’ipotesi in cui al compimento del limite d’età ordinamentale (60 anni per la stragrande parte del personale) risultino già soddisfatti i requisiti previsti, ovvero 35 anni di servizio utile, tale meccanismo non avrà alcun effetto.

Ciò premesso, in estrema sintesi, si può tranquillamente affermare che:

  1. a) solo dall’anno 2027 si potrebbe verificare un aumento dell’età pensionabile ma solo a causa del meccanismo di adeguamento automatico sopra specificato e non a causa di fantomatici provvedimenti normativi, ma non è certo che ci sarà;
  2. b) qualora dovesse verificarsi tale eventualità, l’adeguamento non dovrebbe superare di fatto i 2 o 3 mesi per le pensioni di anzianità ovvero anche per le pensioni di vecchiaia ma solo qualora non si dovesse raggiungere il requisito minimo dei 35 anni di servizio utile, ipotesi peraltro molto rara.

Alla luce di quanto sopra, non esiste ragione per creare allarmismo mediatico e preoccupazione nel personale, anzi, il parere del SIM Carabinieri è che più si parla a sproposito di un innalzamento dell’età pensionabile e più lo si dà per scontato creando un possibile nocumento per tutti i lavoratori che andranno in pensione negli anni a venire.

 

SIM CARABINIERI

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