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Mancata attribuzione buono pasto nei servizi di ordine pubblico presso il 10° Reggimento Campania. Malessere del personale.

NAPOLI – Come consuetudine un folto numero di tesserati in forza al Comando Reggimento Campania lamenta problematiche connesse alla corretta consumazione dei pasti presso quel servizio mensa altresì una gestione poco lineare dell’erogazione dei “buoni pasto”. È di conoscenza comune nell’ambito della nostra amministrazione che i militari inquadrati nei reparti della “linea mobile” sono da sempre soggetti a turni di servizio con termine orario indefinito per le note esigenze legate essenzialmente a finalità di ordine pubblico, e che spesso tale impiego mal si sposa con la corretta consumazione di pasti adeguati nel pieno interesse psicofisico del militare. La gestione diretta del servizio mensa presso il Comando di Corpo anzidetto ultimamente deficita sia in termini di qualità che di organizzazione legata per lo più alla distribuzione di pasti cosiddetti “a sacco” da elargire direttamente sul posto al personale impiegato in servizi disagevoli sul capoluogo.

Ultimo gravoso episodio in tal senso si è verificato per i servizi svolti lo scorso 30 aprile in occasione dei probabili festeggiamenti legati alle vicissitudini della squadra di calcio del Napoli. Nella circostanza infatti il comando Reggimento disponeva, su indicazione del Comandante Provinciale di Napoli, la distribuzione di pranzo “a sacco” con il seguente messaggio diramato alle Compagnie dipendenti il giorno precedente:

“Su disposizione del Comandante Provinciale di Napoli i contingenti che faranno servizio di mattina ed a cavallo dell’orario di consumazione del primo ordinario, ritireranno all’inizio del servizio, in mensa, i sacchetti e viveri che conterranno due panini, mela o arancia e bottiglia d’acqua (potrà essere scelto anche il panino con cotoletta). Ciò, per garantire almeno un pasto nel caso probabile di prolungamento del servizio che comporti l’eventuale successiva attribuzione del buono pasto (secondo ordinario). Per lo stesso motivo, i contingenti il cui servizio partirà nelle ore pomeridiane consumeranno il primo ordinario in sede ricevendo il buono pasto eventualmente maturato per il secondo ordinario. Come a loro noto, trattasi di servizi particolarmente gravosi, di una durata non prevedibile, all’inizio e in località nelle quali non vi è certezza di esercizi commerciali, motivo per il quale l’amministrazione preferisce garantire la consumazione certa di un pasto. Nell’occasione, verranno distribuiti a tutti militari anche integratori minerali”

Il personale impiegato, sempre secondo le disposizioni suddette avrebbe dovuto provvedere personalmente al ritiro del “pasto” presso quella mensa già in occasione dell’uscita in servizio ovvero immediatamente dopo le operazioni di adunata e ritiro materiale previste nella fascia oraria 06:50/08:20. Premesso che secondo quanto disposto dalle vigenti circolari 10/6-1 del 30 ottobre 2021 e 4/31-1 del 7 marzo 2023, che disciplinano il T.A.G., per il caso in esame concernente nell’orario 09:00/15:00 “sul posto” e per le condizioni di servizio configuratesi erano plausibili solo due soluzioni ossia la consumazione del pasto durante lo svolgimento del servizio presso una mensa o una struttura convenzionata altresì la corresponsione del “buono pasto”. La remota eventuale distribuzione del sacchetto in questione sarebbe dovuta risultare come un ulteriore pasto accessorio e comunque operata rispettando la normativa prevista per il trasporto di quel genere di alimenti ossia mediante l’utilizzo di appositi mezzi frigo con vano impostato a temperature di +2°C/+4°C (veicoli non in dotazione a quel Comando) e confezionando i panini non prima di 4 ore dalla prevista consumazione abbattendo quindi l’enorme forbice temporale tra confezionamento e consumazione creata ad-hoc dalle disposizioni del Comando. A tal proposito risulta inaccettabile, seppur già errata sul nascere, la scelta del pranzo “a sacco” disponendo il ritiro dei sacchetti prima dell’uscita dalla caserma diversamente a quanto organizzato per i militari della linea territoriale che ricevevano i sacchetti sul posto di servizio intorno alle ore 13:00.

Risulta chiara quindi da parte di quella linea di Comando una volontaria reinterpretazione delle normative vigenti nel chiaro intento di tutelare esclusivamente l’interesse economico dell’amministrazione inottemperando a quanto previsto disinteressandosi dello stato psicofisico del personale durante l’espletamento del servizio istituzionale. Si comunica, per meglio intendere la differenza di trattamento tra operatori di ordine pubblico delle diverse amministrazioni, che il personale della Polizia di Stato impiegato nel medesimo servizio ha firmato per la riscossione di ben 2 (due) buoni pasto prima dell’uscita in servizio avendo altresì la garanzia dell’eventuale consegna di un ulteriore pasto a sacco nell’ipotesi che il servizio stesso avesse subito un ragguardevole ritardo oltre l’orario di fine previsto.

Ormai da tempo la disciplina che regola l’erogazione del buono pasto non si allinea in alcun modo con le esigenze di servizio specie del personale impiegato in ordine pubblico proprio per le molteplici problematiche che ne derivano da questa tipologia di impiego. Sarebbe opportuno che vada assicurata al personale l’erogazione del “buono pasto giornaliero” (ticket), quale forma sostitutiva di vettovagliamento in alternativa al pasto erogato attraverso le convenzioni già stipulate con esercizi di ristorazione o delle mense, qualora sia stato verificato che le stesse non consentano la fruizione di un pasto completo proprio per impedimenti dettati dal servizio.

La proposta in essere nasce dalla considerazione che spesso le convenzioni con gli esercizi privati di ristorazione, per i limiti economici rilevanti, non possono garantire al militare di consumare un pasto paragonabile in termini di qualità e portate a quello confezionato in una mensa che spesso risulta anche irraggiungibile per ovvie limitazioni operative e logistiche connesse alle esigenze di servizio, premesso inoltre che la consumazione di qualsiasi pasto a sacco risulti inaccettabile e non prevista quando avviene a bordo di mezzi militari utilizzati esclusivamente per l’espletamento del servizio e non in linea con le basilari condizioni igienico-sanitarie.

Il “buono pasto” dovrebbe altresì sempre essere erogato nel caso in cui gli orari di chiusura della mensa non consentono al personale, in relazione all’orario di servizio svolto, di fruire della mensa stessa evitando di proporre al militare, come avviene cadenzatamente presso il Reggimento Campania, di consumare il pasto al rientro dal servizio ben oltre le 15:00 o le 21:00 a garanzia di un’apertura prolungata della mensa, in quanto rappresenta un orario poco consono per la consumazione di un pasto e privo di qualsiasi logica in considerazione del fatto che il personale non accasermato gradirebbe fare rientro a casa per godere del giusto  riposo psicofisico dopo il turno lavorativo. Tale situazione potrebbe altresì essere proposta come scelta, ai soli militari accasermati che non godono di un punto cottura in sede, ma sempre come unica scelta alternativa al buono pasto.

Tornando alle vicissitudini in esame è emerso che solo 18 militari, a fronte degli 80 impiegati per quel servizio, hanno provveduto, per mera scelta personale e contrariamente a quanto previsto e condiviso da questa Rappresentanza, firmare la modulistica e ritirare il sacchetto prima dell’uscita di servizio.

Ancora una volta il personale si è visto costretto a dover soccombere economicamente facendo ricorso alle proprie risorse, come accade da sempre e quotidianamente, ad acquistare sul posto di servizio viveri per la consumazione di un pasto fresco e dignitoso per affrontare nelle migliori condizioni psicofisiche il turno di servizio.

Per i gravosi fatti accaduti presso il Reggimento Campania che mal si sposano con quella che dovrebbe essere l’etica, la vicinanza al personale e la tutela dello stesso, tanto decantata ed ostentata dall’Arma che si è sempre autodefinita “grande famiglia” (ma spesso solo nel proprio interesse di immagine proiettato all’esterno), si chiedono spiegazioni in merito alle scelte organizzative disposte per il T.A.G. previsto in quella circostanza nonché di provvedere ad elargire i buoni pasto maturati dal personale impiegato per quei turni di servizio.

Questa Rappresenta è vicina al personale del 10° Reggimento che ancora una volta si è sentito vessato, calpestato moralmente e professionalmente, ridicolizzato agli occhi di paritetici appartenenti ad altre amministrazioni ed organi di polizia, da parte di una linea di Comando che dovrebbe manifestare vicinanza con scelte sagge ed incisive nel pieno interesse del militare.

SIM CARABINIERI
Segreteria Provinciale di Napoli

 

 

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