Mancata attribuzione buoni pasto nei servizi di OP presso lo stadio “Arechi” per i militari della territoriale.
SALERNO – “Equità di trattamento”, “benessere del personale”, “vicinanza al militare”, “comprensione delle problematiche operative”, tutti sani principi che la Nostra Amministrazione da sempre ostenta col primario fine di perseguire certi risultati nel corretto espletamento del servizio istituzionale. Altresì tale premessa è d’obbligo enunciarla quando si concretizzano condizioni tutt’altro che allineante ai buoni principi anzidetti, assistendo invece a manifeste situazioni spiacevoli, tra l’altro facilmente evitabili, che lasciano basito e deluso chi in prima persona è tenuto a viverle.
In data 4 c.m. presso l’impianto sportivo in oggetto si è svolto l’incontro di calcio Salernitana-Napoli, ormai tristemente noto per le consuete paventate criticità di ordine pubblico, che hanno comportato anzitempo un deciso dispiegamento di forze anche tra militari della linea territoriale. Le esigenze operative richieste per tale evento, come “da copione” spalmate su un variegato contestuale ventaglio di turni di servizio in un’ampia fascia oraria decisamente disallineata alla corretta e già prevista consumazione del pasto, hanno dato vita alle ormai cicliche problematiche legate alla giusta applicazione della normativa interna che disciplina il T.A.G.
Nello specifico si è assistito ad un’organizzazione confusionaria, tra le figure di Comando, mai tendente alle esigenze del personale quindi, sia da parte dei dirigenti di P.S. che, dal canto loro, hanno agevolmente trattato la materia in quanto applicata nella fattispecie per diretta sfera di competenza al personale del Reparto Mobile, che da parte dei superiori Arma preposti alla gestione del personale impiegato, i quali male hanno interpretato l’articolazione del beneficio differenziando l’applicazione tra i militari della linea mobile e quelli inquadrati nella locale linea territoriale. Il caso di specie evidenzia di fatto come il personale del 10° Reggimento Campania, impiegato contestualmente per le medesime esigenze di O.P. quindi operante nella stessa fascia oraria della territoriale con una forza complessiva di 40 unità, ha beneficiato della corresponsione del buono pasto (ticket) per il 1° ordinario nonché, ed al termine del servizio, della consumazione del 2° ordinario presso una locale struttura ristorativa convenzionata, diversamente, i militari della locale linea territoriale hanno dovuto consumare il pranzo “a sacco” (inizialmente predisposto per tutti i contingenti dispiegati) ed a cessazione di esigenze sono stati messi regolarmente in libertà senza la consumazione della cena.
Premesso che la disparità di trattamento concernente l’applicazione della normativa che disciplina il T.A.G., e l’eventuale connessa consumazione del vitto, risulta decisamente lampante, è doveroso sottolineare che il pasto elargito sul posto ai soli militari dell’Arma territoriale non ottempera minimamente alle basilari disposizioni in vigore secondo cui:
- “…è prevista nelle fasi di pianificazione delle attività in via prioritaria la possibilità di consumazione del pasto caldo presso le mense, e solo in subordine la fornitura di pasti pronti termo-sigillati (take away), limitando a casi assolutamente residuali dovuti a stringenti esigenze di servizio il ricorso ai sacchetti…” (Rif. 84/211-2-2004 del IV Reparto Com. Gen…N.B. proprio a firma dell’allora Gen. B. Antonio JANNECE);
- “…il ricorso a pasti pronti termo-sigillati debba avere carattere estremamente eccezionale e, in ogni modo, subordinato alla preliminare individuazione nei pressi dei luoghi di svolgimento del servizio, di locali funzionali alla loro consumazione, invece da ritenersi sempre esclusa a bordo dei mezzi trattandosi di un’opzione inappropriata e non idonea a salvaguardare le condizioni igienico-sanitarie. Nel sottolineare che l’erogazione del trattamento alimentare gratuito con il ricorso al cosiddetto sacchetto è da considerarsi estremamente residuale, giustificabile solo a fronte di straordinarie e sopravvenute esigenze operative non preventivabili dalle quali discenda la necessità di fornire nell’immediatezza cibo da asporto per assicurazione comunque il pasto, si precisa altresì, che è possibile l’attribuzione del buono….infine i Comandanti provinciali rappresenteranno all’autorità di pubblica sicurezza la necessità di contemplare nelle relative ordinanze anche i tempi e le modalità di consumazione dei pasti allo scopo di adeguarne la somministrazione all’articolazione del servizio e di prevedere un eguale trattamento per i contingenti delle diverse forze di polizia impiegate…(Rif. 10/6-1-2021 IV Reparto Com. Gen.);
- …”in riguardo (T.A.G. in servizi di O.P.), si evidenzia che la normativa in vigore e le disposizioni impartite nel tempo comportano l’onere di assicurare il servizio di vettovagliamento prioritariamente, con le MOS dell’ Arma, o di altri Enti Pubblici in subordine, mediante le convenzioni con esercizi di ristorazione privati. In via residuale (qualora non sia possibile assicurare l’effettiva fruizione del vitto ai militari) ed eccezionalmente (per il personale occasionalmente impiegato in servizi a spiccata connotazione operativa o in ordine pubblico, qualora non riesca a consumare il/i pasti, per esigenze non prevedibili, né altrimenti fronteggiabili), attraverso la concessione del buono pasto…(Rif. 4/31-1 IV Reparto Com. Gen.);
Nel caso si specie, le succitate disposizioni in materia T.A.G. sono state deliberatamente inosservate ad esclusivo discapito dei militari della linea territoriale che di fatto:
- hanno intrapreso un servizio già preventivamente interessato dall’inclusione del T.A.G. senza la prevista corresponsione anticipata del “ticket” che, come da disposizioni interne va elargito al militare ancor prima di intraprendere il servizio interessato da una fascia oraria ove è prevista la fruizione del pasto non consumabile per ovvie limitazioni logistiche ed operative;
- sono stati obbligati a consumare un pasto non idoneo e disallineato alle più basilari norme igienico-sanitarie in quanto confezionato ancora caldo in contenitori di plastica non termo-sigillati idonei per il trasporto di pietanze fredde e comunque confacenti alla consumazione di cibo prevalentemente presso locali dedicati;
- hanno dovuto consumare il predetto inidoneo pasto all’interno dei veicoli militari, ovviamente non sanificati ad-hoc in precedenza per l’occasione, e sicuramente utilizzati fino al turno precedente da altri militari, ricordando che, sempre a bordo degli stessi vengono trasportati quotidianamente ed in maniera ripetuta, materiali, equipaggiamenti ed armamenti indispensabili all’espletamento del servizio istituzionale, nonché eccezionalmente soggetti tradotti in seguito a controlli di polizia e/o tratti in arresto. Inoltre detti veicoli sono perennemente utilizzati per le più disparate finalità operative in contesti urbani di svariato genere e morfologia: strade sterrate e sporche con conseguente incauto trasporto all’interno degli stessi di materiale organico, terroso, ghiaioso, etc..;
- non hanno beneficiato della prevista regolare pausa pranzo di 30 minuti in quanto, per ottemperare alle disposizioni operative connesse all’evento sportivo in questione, si sono alternati frettolosamente nel tentativo, spesso vano, di consumare anche parzialmente e correttamente il pasto, (risultante a questa segreteria reperito già freddo e scarsamente conservato) a bordo dei mezzi militari parcati, sempre per le anzidette finalità operative, anche in aree aperte al transito pedonale di civili che hanno di certo assistito ad una scena indecorosa, sia per l’immagine dell’Arma, in quanto istituzione, che per la dignità del singolo operatore.
La materia che disciplina il T.A.G., purtroppo in quanto varia, vasta e conflittuale per la miriade di disposizioni che la regolano, spesso viene interpretata dalla linea di comando esclusivamente per tutelare le finalità del servizio e mai a priori per garantire il benessere del militare, in barba alle più scontate norme igienico sanitarie e di decoro del singolo, ostentando la solita teoria del garantiamo psico-fisico dell’operatore altresì leso, più da una tale consumazione indecorosa del vitto che da qualche ora di digiuno preventivata, aggiuntiva, ovvia e mai pregiudizievole, fino alla cessazione delle esigenze d’impiego.
In seno a quanto esposto, nella speranza che tali circostanze di trattamento, non eque tra lo stesso personale Arma, non confacenti al decoro ed al benessere dell’operatore, totalmente disallineate con le vigenti normative che disciplinano la materia, restino lontani ed oltrepassati episodi spiacevoli, questa Segreteria chiede che:
- si provveda alla retroattiva corresponsione dei buoni pasto connessi al primo ordinario in questione spettante ai militari della linea territoriale;
- si proceda in futuro alla consegna degli stessi, in occasione di similari impieghi di O.P., sensibilizzando ed invitando sin da ora i Comandi Arma interessati, al pregresso confronto con la dirigenza di P.S. per allineare le esigenze operative a quelle, ancora più importanti, umane e dignitose degli operatori Arma;
- la consegna dei ticket avvenga in via prioritaria e sempre prima di intraprendere il servizio di O.P. ove è già previsto l’applicazione del T.A.G. per paventata possibilità che il turno si protragga oltremodo.
Ormai da tempo la disciplina che regola il T.A.G., meramente per il discorso consumazione pasto durante il turno, è disallineata con le molteplici e sempre più sfaccettate esigenze operative specie per il personale impiegato in O.P., proprio per le svariate problematiche che ne derivano da questa tipologia di servizio. Sarebbe opportuno che venga assicurata al personale l’erogazione del “buono pasto” (ticket), quale forma sostitutiva di vettovagliamento in alternativa al pasto erogato attraverso le convenzioni già stipulate con esercizi di ristorazione o delle mense, qualora sia stato precedentemente appurato, che le stesse non consentano la fruizione di un pasto completo e dignitoso proprio per impedimenti dettati dal servizio.
La consumazione di qualsiasi pasto a sacco risulta inaccettabile e mai prevista specie quando avviene a bordo di mezzi militari utilizzati esclusivamente per l’espletamento del servizio, ma viene comunque perennemente adottata come scelta seppur oltrepassata figlia di una volontaria reinterpretazione delle normative vigenti, mirata a tutelare esclusivamente l’interesse economico dell’Amministrazione disinteressandosi dello stato psico-fisico e della dignità umana del personale impiegato.
Questa Segreteria Provinciale è vicina al personale della linea territoriale che sabato scorso, per l’ennesima volta si è sentito vessato, calpestato moralmente e professionalmente, ridicolizzato agli occhi di paritetici appartenenti anche alla stessa amministrazione Arma nonché ad altri organi di polizia, per mano di una linea di Comando che dovrebbe operare in virtù di una manifesta vicinanza, non solo fisica ma anche morale, con scelte sagge ed incisive, esclusivamente ed in via prioritaria, nel pieno interesse del militare.
SIM CARABINIERI
Segreteria Provinciale di Salerno