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L’incidente dei “THEBORDERLINE” e le challenge pericolose sui social

ROMA – Il 14 giugno 2023 a Roma, in zona Casal Palocco, Elena, una donna di 29 anni, stava guidando verso casa dopo essere andata a prendere i propri figli a scuola: Manuel di 5 anni e Aurora di 3. Secondo quanto si apprende dalle ricostruzioni più accreditate, trovandosi davanti ad un incrocio, la ragazza che era in procinto di svoltare a sinistra, viene travolta da un suv Lamborghini Urus arrivato a tutta velocità dalla parte opposta. Purtroppo, l’incidente ha causato la morte del piccolo Manuel, oltre che il ferimento di Elena e Aurora.

Chi era alla guida della Lamborghini?

Nel suv si trovava un gruppo di you-tuber chiamati “TheBorderline”, i quali erano nel mezzo di una sfida social in cui dovevano rimanere 50 ore all’interno del veicolo, senza poter scendere. Il gruppo romano era già noto per le loro “challenge” pericolose.

Secondo quanto emerso dalla cronaca, alla guida c’era il ventenne Matteo Di Pietro, il quale pare viaggiasse ad una velocità di circa 120 km/h. Sembra anche che i ragazzi stessero filmando un video che poi avrebbero pubblicato in seguito sui loro canali social. Inoltre, testimoni riportano di aver visto il gruppo di giovani filmare le due auto coinvolte nello scontro, anche subito dopo l’incidente, durante la fase di soccorso.

Qual è il fenomeno che sta dietro a tale comportamento?

Esso viene definito “sensation-seeking”, ovvero ricerca di sensazioni.

Secondo il ricercatore Zuckerman questo fenomeno implica quattro componenti:

  • Ricerca di “brivido”: le attività estremamente rischiose producono potenti sensazioni fisiologiche. Difatti, i ragazzi sono protagonisti di numerosi video in cui sfidano il pericolo, ad esempio “rimanere 50 ore persi nella neve” oppure “trascorrere 24 ore su una mini zattera”, o “quanto puoi resistere nel ghiaccio”.
  • Ricerca di esperienze: la loro “fame di like” li portava a mettere in atto delle “challenge” mai sperimentate prima, in una costante ricerca della “novità”, in modo da attirare anche la curiosità del pubblico. Infatti, sul loro canale si possono trovare video come “vivo 50 ore in una scatola di cartone” o “l’ultimo che smette di mangiare peperoncino vince 500€”.
  • Disinibizione: la ricerca delle sensazioni avviene attraverso attività “senza limiti”, come “sopravvivo 24 ore nella foresta” o “quanta acqua riesci a bere prima di andare in bagno”.
  • Propensione alla noia: non viene tollerata ripetitività o la routine, dunque si va sempre alla ricerca di stimoli diversi. Ad esempio, tra i video del canale TheBorderline emergono sfide come “sopravvivo in mezzo al deserto nero” o “l’ultimo che esce dalla camicia di forza vince 300€”.

Chi guida in modo spericolato, spinto dalla ricerca del brivido, si percepisce come un abile guidatore con capacità superiori alla media. Oppure, accetta il rischio che ne potrebbe derivare, pur di provare una sensazione adrenalinica, poiché vi è una auto-percezione di massima sicurezza in cui si sminuisce pericolo.

Il fenomeno del sensation-seeking aumenta nell’adolescenza e raggiunge il picco intorno ai 20 anni. Infatti, i membri del collettivo TheBorderline rientrano in questa fascia d’età, in cui può accadere che si sottovalutino le conseguenze delle proprie azioni.

Cosa spinge a pubblicare online questo tipo di contenuti?

Negli ultimi anni si è verificato un aumento di video pubblicati sui social, in cui vengono mostrati comportamenti rischiosi per sé e per gli altri. Infatti, sembra che tali “challenge” rappresentino una notevole attrattiva per il pubblico, garantendo il raggiungimento di un numero molto elevato di visualizzazioni, a cui corrisponde un cospicuo compenso economico. Oltre al guadagno, si ottiene anche la glorificazione dai fruitori di questi contenuti, andando ad alimentare quell’ego narcisista che negli ultimi tempi si sta sviluppando maggiormente, soprattutto a causa dell’avvento dei social network.

Per questi motivi vi è una forte tendenza all’imitazione di questo tipo di attività, soprattutto negli utenti più giovani. Dunque è fondamentale che i genitori tengano sotto controllo i contenuti online visualizzati dai propri figli, e che insegnino loro ad utilizzare consapevolmente le piattaforme online, senza sfociare in comportamenti che potrebbero danneggiare loro stessi e/o gli altri.

Per qualsiasi informazione in merito potete contattare il dipartimento salute e benessere del SIM, chiamando al numero 3331829832 o scrivendo all’e-mail psicologiamilitare@simcarabinieri.cc

SIM CARABINIERI           
Dipartimento salute e benessere
Responsabile Dott.ssa Laura Seragusa
Ilaria Picano – Antonio Romio – Chiara Miceli – Matteo Fiore

#maipiùsoli

 

 

 

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