LE INDAGINI DEI CARABINIERI DEL TPC NEL LAVORO DEI GIORNALISTI
Alla Caserma Manara della Legione Carabinieri di Bologna la presentazione del libro ‘Bottino di guerra’
Bologna. Anche Rappresentanti del SIM carabinieri e di altre realtà sindacali hanno partecipato il 13 giugno alla Caserma ‘Manara’ di Bologna, sede del Comando Legione Carabinieri Emilia Romagna, nella sala Virgo Fidelis, alla presentazione del libro “Bottino di Guerra. Il giallo dei quadri razziati dai nazisti e deportati a Belgrado” dei giornalisti ANSA Tommaso Romanin e Vincenzo Sinapi (Edito da Mursia). Con gli autori hanno dialogato il sostituto procuratore di Bologna Roberto Ceroni, il tenente colonnello dei carabinieri Tpc Lanfranco Disibio e l’avvocato e docente universitario Giulio Volpe, moderati da Filippo Vendemmiati, caporedattore della Tgr Rai Emilia-Romagna.
Il libro, scritto racconta di una truffa preparata per mesi e consumata in due giorni, il 2 e il 10 giugno 1949, quando 50 quadri, otto icone e una gran quantità di oggetti antichi e preziosi – tappeti, arazzi, candelabri, monete, in tutto 166 articoli – lasciarono per sempre il palazzone di Monaco di Baviera dove gli Alleati avevano stipato l’arte saccheggiata dai nazisti nei Paesi occupati tra cui l’Italia.
Il colpo fu messo a segno da un faccendiere croato con la complicità di una giovane funzionaria tedesca, che poco dopo sarebbe diventata sua moglie. I beni raggiunsero in treno la Jugoslavia e nel mese di luglio furono segretamente incamerati dal Museo Nazionale di Belgrado. Solo che quei 166 oggetti non appartengono alla Jugoslavia. Gli americani se ne accorsero quasi subito e li chiesero indietro, ma invano. Poi, per evitare tensioni diplomatiche con Belgrado e che il mondo venisse a conoscenza della brutta figura, dopo qualche anno desistono.
La caccia riprenderà molto tempo dopo, questa volta da parte di alcuni carabinieri e magistrati italiani, che scoprono per caso che parte di quel bottino è italiano: il libro di Romanin e Sinapi racconta la complessa indagine del Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio e della Procura di Bologna e scopre che i quadri da restituire all’Italia sono di più di quelli che gli investigatori credevano.
SIM Carabinieri, che ha avuto il piacere di partecipare all’evento non può non esprimere il plauso nei confronti di un reparto, quale il Comando tutela Patrimonio Artistico, fiore all’occhiello dell’Arma dei Carabinieri, che con grande competenza ha svolto una complessa indagine che oggi viene riconosciuta pubblicamente grazie al lavoro dei giornalisti autori del libro.
SIM CARABINIERI