“Covid19 – ITALIA
LA MISURA DELL’INTELLIGENZA È DATA DALLA CAPACITÀ DI CAMBIARE QUANDO È NECESSARIO”. ALBERT EINSTEIN
IL SIM CARABINIERI NON CI STA, Tutte Le segreterie Regionali in fermento dalla Lombardia alle Marche alla Calabria all’Emilia fino alle isole Sardegna e Sicilia, non si può stare in silenzio, non può omettere d’informare il Comando Generale che l’incessante lavoro e le precise direttive emanate dell’Organizzazione Centrale dell’Arma dei Carabinieri, vengano interpretate e in parte disattese.
È questo il tempo di cambiare!
L’evoluzione adattativa costituisce il punto di partenza della quasi totalità dei processi evolutivi, rappresentando, altresì, la manifestazione più appariscente e più diffusa della vita sul nostro pianeta: “gli organismi sopravvivono perché sanno adattarsi e si adattano perché sanno sopravvivere” (A. Burnett – T.Eisner).
In questo momento in cui la pandemia mette alla prova il genere umano le Istituzioni devono, per affrontare il particolare periodo storico, sapersi saggiamente adattare per affrontare al meglio la sfida.
Quando i primi focolai di Covid19 sono comparsi in Lombardia l’Arma ha dimostrato intelligentemente di saperlo fare: consentendo al personale impiegato su quei territori di svolgere servizio in tuta di OP, decisamente più comoda e agevole da igienizzare rispetto all’uniforme ordinaria che necessita di essere portata in lavanderia. Una disposizione accolta con entusiasmo da tutto il personale!
Mentre Il Comando Generale ha attivato interventi finalizzati ad evitare contagi tra commilitoni ed a limitare la promiscuità tra il personale impegnato nei differenti servizi, il SIM Marche rileva che nei Reparti, ad oggi, è stato fatto poco o niente; l’evidenza trova riscontro nei casi di COVID-19 verificatosi, in alcuni comandi Arma distribuiti su tutto il territorio Nazionale, come ad esempio nel Comando Provinciale di Ancona, dove si sono dovuti eseguire interventi di sanificazione in molti ambienti e soprattutto ancora nelle strutture dell’Arma e presso le Stazioni Carabinieri dove tutti sono a contatto con tutti. In particolare nelle Stazioni dislocate sul territorio, continuano le rotazioni dei servizi tra il personale, non sono stati disposti equipaggi fissi, tutti fanno tutto e tutti frequentano gli stessi ambienti, in caso di contagio di un solo componente coinvolgerebbe tutto il reparto. Per quanto attiene l’uso dei DPI nei servizi, alcuni Comandanti di Stazione sono riusciti, in tempi non sospetti, ad approvvigionarsi di mascherine ma stranamente qualche Comandante, non ne permette l’utilizzo, addirittura si informano i militari che contravvenendo alle indicazioni dei superiori che potrebbero incorrere in sanzioni, come già avvenuto in Calabria, dove un Comandante non ha ben inteso i contenuti del pacchetto d’ordini nr. 7 datato 8 marzo 2020, nell’allegato D dove si è data facoltà ai militari, durante l’espletamento dei servizi d’istituto (tutti i servizi), di indossare anche le mascherine chirurgiche in analogia a quanto previsto per il personale medico sanitario all’interno dei propri luoghi di lavoro, dispiace che ancora oggi non sia chiaro.
Tanto rapida e coerente l’azione all’inizio, quanto poi fissile e ferma nella sua prosecuzione: allargandosi il focolaio a tutta la regione Lombardia, prima, e all’intero territorio nazionale, poi, non è seguito tuttora l’estendersi di quel saggio provvedimento che autorizzava il personale all’utilizzo dell’uniforme da OP nei servizi perlomeno esterni.
Nonostante si comprendano i problemi logistici correlati a fornire le uniformi la mancata estensione dell’utilizzo nei servizi della tuta da OP è fonte di grave e serpeggiante malcontento tra tutti i Carabinieri.
Il virus continua la sua corsa e l’Istituzione deve continuare ad evolversi: *l’uniforme da OP deve essere autorizzata a tutto il personale *, per tutti i servizi, subito, senza indugi e per i medesimi motivi per i quali dall’inizio è stata valutata adatta ed autorizzata nei territori da cui l’epidemia è partita!
Tutelare il personale e la sua salute è dovere morale e giuridico di ogni comandante a tutti i livelli, utilizzare una uniforme agevolmente sanificabile anche a casa, senza ricorrere alla tintoria, è fondamentale per contribuire alla tutela dei Carabinieri che, in silenzio, si espongono quotidianamente lavorando per i cittadini al rischio di contagio.
Siamo certi, quindi, che l’Istituzione saprà ancora intelligentemente e rapidamente adattarsi e cambiare, a vantaggio della sicurezza del personale, per affrontare il rischio contagio.
Noi restiamo qui, vigili, certi di questo pronto cambiamento che tutti si auspicano e altrettanto pronti a fare di tutto per agevolarne la pronta ed immediata realizzazione!
PER QUESTO CHIEDIAMO A GRAN VOCE
- VENGANO ADOTTATI TUTTI I PROVVEDIMENTI E CAUTELE PER IMPEDIRE IL CONTAGIO TRA COMMILITONI, INCENTRARE L’ORGANIZZAZIONE DEI SERVIZI, SPECIALMENTE ALLE STAZIONE, IN PRIMIS A TUTELA DELLA SALUTE DEL PERSONALE TRALASCIANDO ALTRI DATI STATISTICI CHE IN CASO DI CHIUSURA DEL REPARTO SI TRADURREBBERO A ZERO ASSOLUTO;
- PER CHI NE E’ APPROVVIGIONATO AUTORIZZARE DA SUBITO L’USO DELLE MASCHERINE;
- COME GIÀ RICHIESTO AUTORIZZARE L’USO DELL’UNIFORME DA ORDINE PUBBLICO PIÙ’ COMODA E FACILMENTE SANIFICANTE