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La famiglia in divisa

Roma – L’ evoluzione della famiglia attraverso il processo di cambiamenti di costume e di organizzazione delle relazioni sociali e dei nuovi bisogni, conduce all’esigenza di riconoscere nuovi diritti, anche e soprattutto per le famiglie dei carabinieri. Questa necessità ci ha portati a redigere un documento, un contributo con l’obiettivo di esaminare alcune criticità in merito alla disciplina regolatrice dei trasferimenti del personale dell’Arma dei Carabinieri, che pare non riesca a tenere il passo con gli intervenuti mutamenti sociali e con i riflessi che gli stessi hanno avuto all’interno del perimetro delle nostre caserme.
Le unioni civili e le convivenze di fatto hanno trovato cittadinanza giuridica  nel nostro ordinamento, beneficiando di alcune tutele proprie del matrimonio.
L’arruolamento del personale femminile nelle Forze Armate ha permesso di superare le limitazioni alla partecipazione delle donne alla vita dello Stato, e di raggiungere l’auspicata parità dei sessi prevista nella Carta Costituzionale. Il loro ingresso all’interno delle caserme ha poi comportato l’inevitabile sviluppo di relazioni affettive tra il personale, nonché la nascita di un ulteriore genus di forma familiare, la cui peculiarità è data dallo stato di militare di entrambi i coniugi.
Ma nessun riflesso innovativo ha accompagnato le regole che governano i trasferimenti delle neo nate famiglie in divisa.
La difficoltà da parte dell’Amministrazione si riscontra nel considerare la famiglia (militare) come la somma di due individui anziché come un “unico” soggetto giuridico.
Gli scenari che si vengono a prospettare sono destinati a concludersi nella stragrande maggioranza dei casi innanzi a un Tribunale Amministrativo, per l’impossibilità materiale di poter realizzare la serenità e l’unione della famiglia militare,
con conseguenti riflessi negativi sull’espletamento del servizio.
In conclusione, all’Amministrazione compete trovare soluzioni, a cui non può e non deve sottrarsi, per adeguare il proprio agire ai nuovi scenari sociali oramai consolidati all’interno delle nostre caserme e garantire, in tal modo, la tranquillità all’interno delle mura domestiche delle famiglie in divisa, elevare il rendimento in servizio del personale dipendente, nonché sgravare il carico di lavoro del Giudice Amministrativo riducendosi, giocoforza, il numero dei ricorsi giurisdizionali.

 

SIM CARABINIERI
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Documento integrale  La famiglia in divisa

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