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Il SIM Carabinieri chiede lo sblocco immediato del porto d’armi senza licenza per le Forze di Polizia

IL SIM CC, PRIMO SINDACATO MILITARE DEI CARABINIERI, HA AVANZATO AL GOVERNO LA PROPOSTA DI CONSENTIRE AI CARABINIERI DI POTER PORTARE ARMI FACILMENTE OCCULTABILI SUGLI ABITI CIVILI.

Il Sindacato Italiano Militari Carabinieri, a seguito di recenti fatti di cronaca che hanno, purtroppo, visto coinvolti militari dell’Arma (decesso del Brigadiere Cerciello Rega ed indagini sul Carabiniere Varriale, costretti a fare servizio disarmati a causa della difficoltà di occultare la pistola d’ordinanza sugli abiti civili), ha ritenuto opportuno proporre al Governo di autorizzare i Carabinieri, e gli appartenenti alle altre Forze di Polizia, al porto di armi corte diverse da quella d’ordinanza quando sono in abiti civili.

Roma – La segreteria Nazionale, condividendo la segnalazione dei Commissari Regionali del SIM CC Veneto, Nicola d’Amico e Alberto Di Silvio, ha deliberato scrivendo al Governo proponendo di includere i Carabinieri (nonché Poliziotti e Finanzieri) tra i soggetti abilitati al porto d’armi senza licenza, ovvero di fargli rilasciare dai Prefetti la licenza di porto d’armi in esenzione di tassa o, quanto meno, a tassazione ridotta. In tale proposta si è evidenziato che il porto d’armi senza licenza è stato riconosciuto dalla Legge di Pubblica Sicurezza del 1931 e dal Regolamento attuativo del 1940 – risalenti al ventennio fascista – agli Ufficiali di P.S. (Questori, Commissari e Ufficiali dei Carabinieri) ed a Prefetti e Magistrati (persino quelli “fuori ruolo”). Ai primi perché all’epoca non venivano forniti della pistola d’ordinanza; agli altri per mere ragioni di status (fatta eccezione per i Magistrati delle Procure e del G.I.P.). Oggi che le Amministrazioni forniscono anche agli Ufficiali di P.S. la pistola d’ordinanza, come al resto del personale, tale norma non ha più senso e si è trasformata in un privilegio avulso dalla realtà. Gli interventi a tutela dei cittadini, infatti, sono realizzati, pressoché esclusivamente, dagli Agenti di P.S., siano essi Carabinieri, Poliziotti o Finanzieri, e non dagli Ufficiali di P.S.; appare quindi sensato, anche per mettere gli Agenti in condizione di potersi conformare alla Direttiva del Ministro dell’Interno del 2017 (di portarsi al seguito la pistola anche fuori servizio per fronteggiare ogni emergenza) , estendere a coloro i quali fanno la quasi totalità degli interventi, il diritto di portare armi senza licenza, o riconoscendogli il diritto di avere licenza gratuita o a tassa ridotta, come già è per le guardie giurate. Il caso dei Prefetti e dei Magistrati appare poi particolarmente eclatante: a costoro è ancora oggi attribuito il diritto di portare armi senza licenza, senza alcun controllo circa il possesso dei requisiti fisio-psico-attitudinali e senza alcun minimo addestramento all’uso ed al maneggio delle armi (all’epoca cui risalgono tali norme v’era l’obbligo del servizio militare, per cui il possesso di tali requisiti ed addestramento venivano presunti, ma oggi la situazione è completamente diversa), mentre, paradossalmente, ciò viene precluso a chi, Carabinieri e Forze di Polizia, invece, è a ciò formato ed è costantemente monitorato.
Si è evidenziato, altre sì, che le attuali pistole d’ordinanza (Beretta mod. 92) hanno dimensioni ragguardevoli, la qual cosa non è un problema quando si lavora in uni-forme, mentre lo diviene quando si lavora in abiti civili, sotto i quali è difficile occultarla; ciò pone il personale, quando viene comandato di servizio in borghese, nella incresciosa condizione di dover scegliere tra essere facilmente riconosciuto per un appartenente alle Forze dell’Ordine, vanificando il servizio, oppure svolgere servizio disarmato, esponendosi a rischi per la propria incolumità (com’è accaduto al Brigadiere Cerciello Rega) oppure a procedimenti penali militari, nonché disciplinari (come sta accadendo al Carabiniere Varriale).

SIM CARABINERI

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