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Il duro lavoro del Carabiniere

Condannati in primo grado i Carabinieri accusati di pestaggio.

Roma – I fatti risalgono al 2015 e vedono coinvolti quattro colleghi allora in servizio presso la caserma di Casalbertone. Stando a quanto dichiarato da un testimone chiave del processo, condannato per spaccio e resistenza a pubblico ufficiale, i quattro militari avrebbero pestato la vittima, gravata “da plurimi precedenti giudiziali” e condannata anch’essa ad un anno e sei mesi per spaccio, al fine di fargli sputare i numerosi involucri di droga prima che li ingoiasse.
Il SIM Carabinieri, con piena fiducia nella magistratura e nell’attesa che l’operato dei colleghi venga accertato in tutti i gradi di giudizio, esprime il piĂą totale sostegno ai carabinieri coinvolti e alle loro famiglie che, ancora una volta, sono quelle che pagano il prezzo piĂą alto per stare accanto ad un servitore dello Stato. Nuovamente si evidenziano le difficoltĂ  di un operatore di polizia che, da una parte deve intervenire per evitare che lo spacciatore ingoi la droga con il rischio di un overdose fatale e, nel contempo, per assicurare le prove del reato, reprimendo ciò che la legge vieta e che le Forze dell’Ordine sono chiamate a far rispettare; dall’altra deve mettere in conto eventuali reazioni che possono trasformare una colluttazione dovuta a una resistenza, in una non misurata violenza che gli si ritorce contro.
Il SIM Carabinieri seguirĂ  con attenzione la vicenda, dando la massima disponibilitĂ  e chiedendo ancora una volta delle regole di ingaggio chiare, degli strumenti idonei per operare nelle strade e nei quartieri delle cittĂ , sempre piĂą in mano alla criminalitĂ , anche grazie a norme oramai antiquate e non piĂą sostenibili.

SIM CARABINIERI
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