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Genitori e figli adolescenti: istruzioni per l’uso

Roma. La comunicazione è il processo attraverso il quale le persone condividono i propri pensieri, emozioni ed esperienze, instaurando una relazione tramite il dialogo. Essa comprende una componente verbale, ossia il contenuto espresso a parole, e una componente non verbale, come le espressioni facciali, la postura del corpo e il tono della voce. Talvolta queste due dimensioni sono allineate, mentre in altri casi possono esprimere sentimenti contrastanti, creando disagio nell’interlocutore. Tuttavia, spesso i genitori cercano di trasmettere ai figli le proprie idee, frutto di anni di esperienze personali, senza ascoltare le loro ragioni. Le soluzioni del passato non sono sempre le migliori per il presente; gli adolescenti hanno una propria storia, sono individui diversi dai genitori e devono poter sperimentare le conseguenze delle proprie azioni per crescere e diventare autonomi. Thomas Gordon (1918-2002), psicologo clinico americano, ha studiato a lungo la comunicazione, identificando fattori che possono facilitarla o ostacolarla. Il suo modello, noto come metodo Gordon, offre indicazioni su come creare e mantenere relazioni efficaci, risultando utile nella risoluzione dei conflitti tra genitori e figli. Gli atteggiamenti che caratterizzano il non ascolto e che dovrebbero essere evitati possono essere: dare ordini, mettere in guardia, minacciare ed umiliare in quanto generano ostilità. Fare prediche e offrire soluzioni pronte diminuisce l’autonomia, mentre altri comportamenti quali persuadere con la logica, biasimare e criticare possono ledere la fiducia del minore che cercherà di contrattaccare. Essere troppo compiacenti o ironizzare sui problemi rischia di minimizzare l’importanza dei sentimenti dell’adolescente. Questi atteggiamenti non sono fortemente dannosi, ma complicano la comunicazione. Quando un genitore critica o manifesta perplessità, lo fa per aiutare il figlio a maturare. Tuttavia, è utile riflettere non solo su ciò che si vuole dire, ma anche sul modo più appropriato per farlo. Comunicare efficacemente con un figlio adolescente richiede atteggiamenti che promuovano l’ascolto attivo, l’empatia e la comprensione reciproca. Ecco alcuni suggerimenti utili:

 

  1. Ascolto attivo: prestare attenzione alle parole del figlio senza interromperlo; dimostrare interesse con il linguaggio del corpo, come annuire e mantenere il contatto visivo; ripetere o parafrasare quanto detto per assicurarsi di aver compreso correttamente.

 

  1. 2. Empatia: cercare di mettersi nei panni del figlio per capire i suoi sentimenti e le sue prospettive; riconoscere e validare le sue emozioni, anche se non si è d’accordo con esse.

 

  1. Domande aperte: porre domande che incoraggino la riflessione e il dialogo piuttosto che risposte brevi o monosillabiche. Esempi: “Come ti senti riguardo a questo?” o “Cosa pensi possa aiutarti in questa situazione?”

 

  1. Riflessione e parafrasi: ripetere con parole proprie ciò che il figlio ha detto per dimostrare comprensione e invitarlo ad approfondire. Esempio: “Quindi, se ho capito bene, ti senti frustrato perché pensi di non avere abbastanza tempo per studiare?”

 

  1. Sostenere l’autonomia: incoraggiare il figlio a trovare le proprie soluzioni e a prendere decisioni autonome. Esempio: “Cosa pensi di poter fare per migliorare questa situazione?”
  2. Evitare giudizi e critiche: mantenere un atteggiamento neutrale e non giudicante per evitare di mettere il figlio sulla difensiva; concentrarsi sul comportamento o sulla situazione piuttosto che sulla persona.

 

  1. Mostrare apprezzamento e riconoscimento: riconoscere gli sforzi e i successi del figlio, anche se piccoli, per rinforzare la sua autostima. Esempio: “Ho notato che hai studiato molto per questo esame, sono fiero del tuo impegno.”

 

  1. Offrire supporto senza invadenza: essere disponibili ad aiutare senza imporre soluzioni. Esempio: “Se hai bisogno di parlare o di una mano con qualcosa, sono qui per te.”

 

  1. Creare un ambiente di fiducia: assicurare al figlio che può parlare liberamente senza timore di essere punito o criticato; mantenere la riservatezza e la fiducia reciproca.

 

  1. Condividere esperienze personali: raccontare esperienze personali pertinenti senza fare prediche, per mostrare comprensione e connessione. Esempio: “Quando avevo la tua età, mi è capitato di sentirmi così. Quello che mi ha aiutato è stato…”

 

  1. Gestire le emozioni: rimanere calmi e controllati anche in situazioni di conflitto, per evitare di esacerbare le tensioni; prendere una pausa se necessario per calmarsi prima di continuare la conversazione.

 

  1. Essere pazienti: riconoscere che la comunicazione con un adolescente può richiedere tempo e sforzo; essere pazienti e costanti nel mantenere aperto il dialogo.

 

Adottando questi atteggiamenti, i genitori possono facilitare una comunicazione più aperta e costruttiva con i loro figli adolescenti, aiutandoli a sentirsi ascoltati, compresi e supportati nel loro percorso di crescita.

Per qualsiasi informazione in merito potete contattare il Dipartimento Salute e Benessere del SIM, chiamando al numero 3331829832 o scrivendo all’e-mail psicologiamilitare@simcarabinieri.cc

 

 

SIM CARABINIERI
 Dipartimento salute e benessere
Responsabile Dott.ssa Laura Seragusa
Antonio Romio – Federico Sanità – Matteo Fiore – Valentina Nardella – Erika Segala

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