Fiaccolata in Via Cossa. Antonio Serpi :”Ci inginocchieremo per Mario “
Domani alle 21.00 si svolgerà la fiaccolata statica in via Pietro Cossa, organizzata dal SIM Carabinieri e dalla segreteria regionale SIM CC Lazio, per commemorare il Vice Brigadiere Mario Cerciello Rega.
Roma. – “Ci inginocchieremo per lui e per tutte le vittime della violenza gratuita. Abbiamo voluto organizzare una fiaccolata in onore di Mario per 3 motivi importanti: perché Mario da lassù ci riconoscerà, saprà che siamo noi, perché su ogni fiaccola arde una fiamma viva, identica alla fiamma che da secoli arde nei nostri cuori; perché vivo dovrà essere il ricordo di un collega, un amico ed un fratello che è stato strappato alla vita, all’amore della moglie, dei genitori e alla stima e all’ affetto di tutti noi carabinieri e amici presenti; perché sia chiara la nostra vicinanza alla famiglia e la nostra determinazione affinché venga fatta luce sulla vicenda“. Così in un’intervista all’ Agenzia Dire, Antonio Serpi, segretario generale SIM Carabinieri, in merito alla fiaccolata che si terrà il 24 luglio alle ore 21 in via Pietro Cossa, nel quartiere Prati di Roma, luogo in cui il vice brigadiere della Stazione di Piazza Farnese, Mario Cerciello Rega venne accoltellato e ucciso la notte tra il 25 e il 26 luglio dello scorso anno. Per il delitto sono a processo due studenti americani. “Il fatto, la tragedia, che vede come conseguenza un tragico epilogo,non può che lasciare il dolore e lo sgomento per tutti gli attori coinvolti,compresi i due ragazzi americani. Sul processo non mi esprimo ma voglio che sia chiaro che abbiamo piena fiducia nella giustizia e nei magistrati”.
“Tutti devono fare una riflessione: la politica, la gerarchia. Quando muore un operatore di polizia, muore lo Stato. Non possiamo considerare la morte di un carabiniere, come un danno collaterale della democrazia. Quando sento parlare la politica, davvero mi rendo conto che non capiscono il lavoro del Carabiniere e più in generale dell’operatore di polizia, che deve andare obbligatoriamente contro il pericolo. non può tirarsi indietro. Queste persone devono essere messe in condizione di gestire il pericolo, altrimenti è inutile dire che l’Italia ha la migliore polizia del mondo“. Prosegue nell’intervista all’Agenzia Dire, Antonio Serpi, segretario generale SIM Carabinieri, il sindacato dei militari promotore della fiaccolata in onore di Mario Cerciello Rega . “L’obbiettivo dell’operatore di polizia – spiega Serpi – è quello di consegnare un criminale alla giustizia, non di ucciderlo, e tantomeno di farsi uccidere. Occorre fare una serie riflessione sulle dotazioni, non siamo aggiornati, siamo indietro. Porto un’amarezza dentro di me: le modalità con cui hanno tolto la vita ad un essere umano, un carabiniere, un servitore dello Stato – aggiunge Serpi in relazione all’assassinio del Vicebrigadiere Mario Cerciello Rega -. Nulla potrà colmare il vuoto che Mario ha lasciato, però potremmo riflettere su come e perché muore un carabiniere al di là del fatto stesso. Spero che l’accaduto – sottolinea Serpi- smuova le coscienze di chi è deputato a legiferare in modo che vengano forniti strumenti idonei a tutelare sia i cittadini che noi stessi. Non si può morire perché un bel giorno, durante un’attività di tutela della comunità, ti prendi 11 coltellate da una persona, un ragazzino, che pensa che in Italia sia concesso tutto e che sulle tragedie, se va bene, si scrivono i libri e si fanno i lungometraggi, con tanto di presentazione da parte del politico di turno, alla ricerca di una prima fila e magari a spese dei contribuenti.”
Sì alle dotazioni ‘Less than letal‘ per cui l’Italia è in ritardo di 20 anni, per evitare vittime tra criminali e Forze dell’Ordine
“Le ‘Less than letal’ vengono utilizzate in tutto il mondo: taser, proiettili di gomma, storditori. Davanti a persone con stato psico-fisico alterato cosa si può pretendere? L’obbiettivo sul campo è evitare le colluttazioni. Il mio è un richiamo alla politica a rivedere le dotazioni delle forze dell’ordine, non possiamo oggi andare in giro a combattere il crimine con un’arma letale. Dobbiamo evitare vittime sia tra i criminali che tra gli operatori di polizia.
Il proliferare del consumo di sostanze alcoliche, stupefacenti o mediche usate per stordirsi, che inibiscono la soglia del dolore, ce lo impone. Non è semplice“. “Il ragionamento – sottolinea Serpi – non ha nulla a che vedere con il caso Cerciello. Il taser ad esempio, non è ancora arrivato. Parliamo delle armi ‘Less than letal’, le cosiddette ‘armi meno che letali’: se devo affrontare una minaccia attuale, devo avere uno strumento attuale che mi permette di non uccidere la persona che infrange la legge o che si trova in uno stato di alterazione, ma di proteggere lui con le strumentazioni. In italia non siamo adeguati, abbiamo un ritardo di 20 anni.”
Antonio Serpi
Segretario Generale Nazionale SIM Carabinieri
Agenzia Dire