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Fedez – SIM Carabinieri: lettera aperta al Presidente Mattarella

Signor Presidente,
con il dovuto rispetto, siamo a qui a rappresentarLe la profonda amarezza nell’aver visto quella immagine che possiamo solo aggettivare come “inopportuna”, certi che Ella non abbia avuto la più lontana e pallida idea circa i testi delle canzoni che la persona alla sua sinistra propina ai giovani.

Infatti, ricordando a noi stessi che l’articolo 87 della Costituzione italiana stabilisce che il Presidente della Repubblica ha «il comando delle Forze armate, presiede il Consiglio supremo di difesa costituito secondo la legge, dichiara lo stato di guerra deliberato dalle Camere», siamo sicuri che mai, Ella,  avrebbe acconsentito ad un selfie con chi ha cantato:

“I politici italiani, Io li chiamo infami. Tutti quei figli di cani, Tu come li chiami Carabinieri e militari. Io li chiamo infami. Tutti quei figli di cani. Tu come li chiami I politici italiani Io li chiamo infami”.

Siamo altresì certi che Ella non è stata informata neanche del fatto che, a seguito di questo testo, è stata sporta una denuncia per vilipendio e che la Procura di Milano ne ha chiesto l’archiviazione,        appena qualche giorno fa. Solo per completezza, Le segnaliamo che è stata già annunciata l’opposizione alla richiesta di archiviazione da parte della stessa associazione che aveva denunciato la gravità            – inoppugnabile – delle offese rivolte agli organi dello Stato.

Siamo certi che se avesse saputo tutte queste cose, quello scatto non lo avrebbe di certo concesso!

Non ci permettiamo di entrare nel merito della richiesta di archiviazione, che Ella potrà sicuramente valutare meglio di noi, sia nel merito che nel metodo, in virtù dei suoi autorevoli trascorsi di Giudice della Corte Costituzionale, nonché attuale Capo del Consiglio Superiore della Magistratura.

Sinceramente, ci saremmo meravigliati esattamente del contrario, ovvero, se avessimo trovato finalmente qualcuno che a nostra tutela, avesse stigmatizzato anche con una sentenza di condanna quelle offese. Tuttavia, sebbene la Procura di Milano abbia ritenuto che quei testi, “Non hanno il connotato di vilipendio ma solo quelli della critica aspra, della provocazione e della ricerca spasmodica della notorietà”, restano comunque – oggettivamente – le offese a quelle miglia di donne e uomini che Lei rappresenta proprio in virtù del dettato costituzionale sopra citato.

Forse non vi sarà un profilo penale (quello lo scopriremo), ma resta fuor di dubbio un profilo squallido, indegno e inopportuno.

L’Arma dei Carabinieri è da secoli fedele allo Stato, alle sue Istituzioni, ai suoi organi ed ai fratelli italiani.

Questo Sindacato dei Carabinieri, nel rinnovarLe la stima e l’affetto indefesso, riteneva doverosa la presente segnalazione.

 

Antonio Serpi
Segretario Generale Nazionale
SIM CARABINIERI

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