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#Covid19: no al “Cura Italia” libera tutti!

In questo momento in cui la stragrande maggioranza dei cittadini è “reclusa” in casa e sottoposta a serrati controlli per ogni spostamento, per cui questo governo ha attivato dispositivi di verifica degni della migliore produzione hollywoodiana, assistiamo esterrefatti alla scarcerazione di un uomo di mafia e di un “capobastone” di ‘ndrangheta. Il tutto in netto contrasto con quanto dichiarato dall’attuale Ministro degli Interni, Luciana Lamorgese la quale, ancor ieri l’altro in Senato, ribadiva che la misura della detenzione domiciliare non avrebbe riguardato chi fosse ristretto al 41 bis. Per opportuna conoscenza, il condannato sottoposto al regime dell’art.41 bis vive in massimo isolamento, in una cella singola, in carceri di massima sicurezza, ove non ci sono spazi comuni nè palestre o giardini, limitazioni alla possibilità di poter godere della cosiddetta “ora d’aria” e, in epoca di pandemia, è forse il luogo più sicuro rispetto ad un’abitazione condivisa con altre persone che hanno, seppur minimamente, possibilità di uscire.
Ovviamente la replica dei legali non si è fatta attendere, dichiarando che la misura dei domiciliari nulla abbia a che vedere con la pandemia in corso, ma solo con la pregressa e grave situazione sanitaria dell’anziano assistito, il cui ” quadro clinico, in considerazione dell’età avanzata del soggetto e della presenza di importanti problematiche di salute,  con particolare riguardo alle patologie di natura oncologica e cardiaca...”, come osserva il magistrato di sorveglianza di Milano, che stabilisce ci siano i requisiti per il differimento della pena, affidando il soggetto “alla vigilanza alle Forze dell’Ordine territorialmente competenti“. Come se i nostri colleghi non fossero già oberati dall’incessante lavoro che questa pandemia ha portato.

Ci aspettiamo, dunque, che il Ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, concluda le dovute verifiche che afferma di aver avviato, affinché il “rischio contagio” da Covid-19 non sia la giustificazione per un ennesimo svuota carceri, per tutti quei soggetti ben noti che hanno riempito di sangue le pagine più tristi della recente storia d’Italia!
Ci aspettiamo che la legge garantisca una giusta detenzione, con tutte le tutele sanitarie possibili ma senza alcuna agevolazione, per quegli individui che si sono macchiati di reati di mafia!Lo dobbiamo a quei giudici trucidati dal tritolo, ai cittadini perbene, vittime innocenti delle faide, ai nostri militari e Carabinieri che hanno sacrificato le loro esistenze per una legalità che, con la scusante dell’epidemia, sembra vacillare! ll sangue degli innocenti che questi assassini hanno versato, non può essere ripagato con un ritorno a casa che sa di premio. Lo dobbiamo a tutti quegli italiani che a casa non sono più tornati!

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Gen.Carlo Alberto Dalla Chiesa
Cap. Emanuele Basile e Mario D’Aleo
Car. Pietro Morici e Giuseppe Bommarito

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