COVID-19. Personale impiegato nei tribunali: l’allarme parte da Napoli
Napoli – È di oggi la notizia che un avvocato del Foro di Napoli sarebbe risultato positivo al test per il COVID-19, con altissime probabilità di aver contagiato altre persone all’interno del nuovo Palazzo di Giustizia del capoluogo campano, sito nel Centro Direzionale, dove lavorano circa 150 Carabinieri, a cui si aggiungono altrettanti agenti della Polizia di Stato e della Polizia Penitenziaria, oltre ai circa 5000 dipendenti del Ministero della Giustizia.
Solo qualche giorno fa c’era stato l’intervento del Presidente dell’Ordine degli avvocati di Napoli, dott. Antonio Tafuri, che esponeva al Ministro la problematica relativa alla struttura che ospita il Palazzo, con la Torre A alta ventinove piani aerata solo da condizionatori e raggiungibili esclusivamente con gli ascensori sempre affollati.
Impossibile mantenere, dunque, le distanze di sicurezza consigliate per evitare il contagio. Si chiede, pertanto, vengano poste in essere tutte le precauzioni adeguate, valutando l’adozione di misure straordinarie, tra cui la permanenza domiciliare fiduciaria con sorveglianza attiva o misure alternative per il personale che, a qualsiasi titolo, sia venuto in contatto con soggetti malati o a rischio di contagio.
Il SIM Carabinieri esprime solidarietà a tutti i colleghi che giornalmente, pur consapevoli del rischio, continuano ad assicurare il loro servizio nell’assoluto silenzio, dimostrando come l’Arma dei Carabinieri sia ancora una volta una risorsa importante per il nostro Paese. Pertanto si chiede alle Autorità competenti di Governo di stanziare fondi speciali, non solo volti ad acquistare attrezzature idonee per tutelare al meglio il personale impiegato sui fronti del contagio ma, soprattutto, sufficienti a coprire tutti gli sforzi che tanti di noi stanno facendo oltre il normale orario di servizio, sacrificando non solo sé stessi ma le proprie famiglie, perché il Carabiniere non è solo tutore dell’ordine ma anche padre di famiglia.
SIM Carabinieri