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Caso Napoli – SIM Carabinieri. Intervento del Segretario Generale Nazionale, Antonio Serpi

Audio intervista al Segretario Generale Nazionale Antonio Serpi. (Link diretto)

Nelle scorse ore a Napoli si è consumata una vera tragedia. Un Carabiniere in compagnia della sua fidanzata ha subito un tentativo di rapina da parte di due giovani minori e, nella circostanza, uno di loro è rimasto ucciso perché attinto dai proiettili esplosi dall’arma del Carabiniere. Quindi, nel tentativo di perpetrare una rapina a mano armata, è deceduto a seguito della reazione del Pubblico Ufficiale. Non voglio entrare NÉ nel merito NÉ sulla dinamica dei fatti perché non mi compete e confido nelle risultanze dell’inchiesta, nel rispetto del grande lavoro fatto dagli organi inquirenti e nella magistratura tutta, che molto bene conosce il modus operandi di quelle realtà. Non sarà difficile la ricostruzione dei fatti. Noi invece, come SIM Carabinieri, vogliamo esprimere solidarietà e vicinanza al nostro militare e alla sua famiglia. Inoltre vogliamo stigmatizzare ciò che è successo a seguito della tragedia: un fatto gravissimo! In piena notte un vero commando, per ritorsione, ha esploso vari colpi di arma da fuoco ad altezza uomo contro l’ingresso della caserma del Comando Provinciale di Napoli colpendo varie auto di servizio, parcheggiate all’intero, non curanti assolutamente che tale gesto poteva ferire anche mortalmente i colleghi che gravitano, per ragioni ovvie, a tutte le ore all’interno della struttura. Questo ci fa capire la spregiudicatezza di questi cialtroni. Il SIM Carabinieri rispetta sicuramente la morte del giovane 15enne, se pur deceduto durante la commissione di un grave reato, ma non può accettare strumentalizzazioni sulla triste vicenda né tantomeno la vile rappresaglia all’Arma, augurandoci che quanto prima vengano identificati, perseguiti e collocati, senza sconti, nelle patrie galere i responsabili del gesto. Ciò posto avremmo voluto vedere e sentire una presa di posizione da parte dei Ministri interessati, Interni e Difesa, a tutela della nostra Istituzione e di tutti i Carabinieri che, nel silenzio, giorno dopo giorno, contribuiscono a rendere più sicura la nostra Nazione, spesso purtroppo a costo consapevole della vita, come soventemente accade con gli operatori di polizia incombenti perché vigliaccamente colpiti, come l’amico e collega Cerciello, per cui proprio in questi giorni sono iniziate le udienze presso il Tribunale di Roma.NOI NON TOLLERIAMO ATTACCHI DI NESSUN GENERE, comprese le strumentalizzazioni mediatiche che spesso SI SOSTITUISCONO ALLE AULE DEI TRIBUNALI. Il SIM Carabinieri lascia la magistratura al suo delicato compito, perché unico organo deputato a giudicare i fatti. E concludo dicendo che il SIM Carabinieri tutto, nel mettere a disposizione il Team di legali a carico del Sindacato, si stringe attorno alla famiglia del collega e a tutti colleghi che giornalmente devono decidere, in una frazione di secondo, se la reazione sia quella giusta. Del senno di poi ne son piene le fosse!

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