Carabinieri SIM: sì convergenza al transito sotto il Viminale, ma restando militari.
ROMA – Nella giornata dell’istituzione dell’Arma – nata proprio il 13 luglio del 1814 – come SIM Carabinieri ribadiamo con assoluta determinazione la piena disponibilità, anzi la necessità, di riformare la legge 121/1981, ma corre l’obbligo di marcare alcune differenze non chiare ad esempio ai colleghi del SIULP.
La nostra è un’idea ben precisa che NON PREVEDE LA SMILITARIZZAZIONE dell’Arma, ma l’introduzione della dipendenza gerarchica dal Ministero dell’Interno della sua componente preponderante, quella territoriale, questo come già affermato nei giorni scorsi, grazie al costruzione di un sistema di autorità di pubblica sicurezza perfettamente bilanciato, vale a dire riconoscendo il ruolo di Autorità tecnica provinciale di pubblica sicurezza a un carabiniere. Quindi un questore per la provincia proveniente dai generali di brigata e divisione dei Carabinieri, che assumerebbe la funzione passando nel ruolo “civile” dei questori, da non riservare più esclusivamente ai funzionari di polizia, che manterrebbero la carica questurile nei comuni capoluogo di provincia.
L’architettura si replicherebbe a livello centrale nell’assunzione a rotazione anche di generali di corpo d’armata dei Carabinieri – sempre transitando nel ruolo “civile” questa volta dei prefetti – della carica di Direttore generale del dipartimento di pubblica sicurezza o di Segretario generale della pubblica sicurezza, volendo aprire, in quest’ultima ipotesi, ad una figura ordinativamente più coerente ad assumere la carica di capo della “polizia”: polizia intesa come funzione generale delegata dal Ministro dell’Interno al Direttore/Segretario generale.
Vertici quindi provinciali e nazionali “civili” anche per i Carabinieri territoriali dal momento che assumono le funzioni di Autorità tecniche di pubblica sicurezza, ma mantenendo lo status militare della struttura sul campo che beneficerebbe finalmente, nell’esercizio delle proprie funzioni, di una scala gerarchica snella, chiamata, attraverso il questore carabiniere, a dialogare direttamente con il Viminale e ad assumersi formalmente responsabilità di ordine e sicurezza pubblica.
Questo permetterebbe al Ministero dell’Interno di divenire realmente la casa comune delle forze di polizia a competenza generale, assurgendo ad univoca fonte, non solo di direzione gerarchia operativa, ma soprattutto di formazione culturale per tutto il personale delle forze dell’ordine in servizio territoriale di polizia.
Se il SIULP è pronto da quarant’anni alla piena attuazione della legge 121/1981, noi del SIM siamo pronti ad una sua importante rivisitazione che porti – anzi riporti – i Carabinieri, primogenita forza di polizia in servizio permanente di pubblica sicurezza, in quella “casa comune” che si vuole sia il Viminale.
Antonio Serpi
Segretario Generale Nazionale SIM Carabinieri