Bersagli numerati!
Roma – Mentre il Parlamento europeo discute sulle brutalita’ commesse dalle forze di polizia nella civile Europa, in Italia la caccia allo sbirro e’ ufficialmente aperta. Gli episodi di violenza contro le forze dell’ordine, infatti, ammontano a 235 agenti ogni mese, ovvero 8 aggressioni al giorno tra Poliza/Carabinieri/Guardia di Finanza, tutto nell’assoluta indifferenza mediatica e nel limbo di una certa parte politica che, di contro, propone ancora in parlamento di codici identificativi da applicare sugli equipaggiamenti di ordine pubblico, per poi estenderli ovviamente alle divise di tutti i comparti ad ordinamento sia civile che militare.
Appare davvero singolare come l’On. Fratoianni, in piena pandemia mondiale e con milioni di Italiani al collasso (comprese le FFOO e FFAA), si adoperi con tale fervore riguardo la conversione legislativa del decreto n. 130 in materia d’immigrazione e sicurezza, al punto da voler “marchiare” con numeri identificativi, idee da regimi dimenticati, le forze dell’ordine. Questa parte politica ci ha inoltre definito “fanalini di coda” tra le polizie Europee, poiche’ non adottiamo numeri identificativi su caschi e divise, omettendo di specificare, pero’, che nel resto della civile Europa gli identificativi vengono applicati perche’ le altre forze di polizia sono dignitosamente retribuite, adeguatamente equipaggiate ma, sopratutto, ampiamente tutelate in ambito giuridico. Nel resto del continente europeo, infatti, il minimo oltraggio, resistenza o violenza commessi ai danni del pubblico Ufficiale, vengono perseguiti minuziosamente a norma di legge dall’Autorità, senza alcuna leggerezza o pacca sulla spalla come avviene nell’Italia moderna dove, peraltro, non c’è alcuna certezza della pena.
Il Sim Carabinieri pertanto, preso atto delle carenze di tutela e garanzie funzionali verso gli operatori di polizia, mai prese in esame da codesto gruppo politico, e considerata l’iniziativa parlamentare sui codici identificativi dell’On. Fratoianni, auspica che la stessa premura e solidarietà che li ha spinti a bordo delle navi Ong attraccate a Lampedusa, possa invogliarli a presenziare presso un nostro presidio di ordine pubblico durante l’espletamento delle funzioni ordinarie, così da poter valutare in veste parlamentare, sul terreno operativo e con altrettanta solidarietà, se davvero la priorità debba essere un numero identificativo da affiggere sui caschi e sulle divise. Oppure comprendere se, come noi chiediamo da tempo, sarebbe decisamente più logico dotare gli operatori di Polizia di bodycam individuale, molto più trasparenti e identificative di un semplice numero, e del teaser per le pattuglie sul territorio.
Certi e fiduciosi di una risposta solidale a cospetto del nostro comparto, questa segreteria Nazionale si rende
disponibile fin da subito ad accompagnare qualsiasi politico in cerca di soluzioni funzionali e non strumentali o fini a sé stesse, tra le fila di un qualsiasi dispositivo di carabinieri in assetto di ordine pubblico, per consentirgli di valutare le reali condizioni di sicurezza del personale, fiduciosi che, forse, converrà con noi che le forze di polizia meritano di essere molto più di un bersaglio numerato!
SIM CARABINIERI
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