A proposito di Primo Maggio…
Ogni tanto al Questore bisogna dire di NO!
Campobasso – Allo scopo di favorire la promozione, la cura e la tutela del benessere del personale, questa Associazione rappresenta di aver ricevuto diverse segnalazioni da militari dipendenti del Comando Provinciale Carabinieri di Campobasso, dalle quali si deducono evidenti discrasie con quanto perseguito da codesta Amministrazione.
Nello specifico va evidenziato che il citato Reparto, come oramai tanti in Italia, è gravato da una consistente carenza di organico.
A gravare su questa già precaria situazione, si aggiungono i numerosi e continui servizi di ordine pubblico per fronteggiare l’attuale situazione pandemica, oltre che per assicurare lo svolgimento di eventi sportivi, culturali e religiosi.
Appare strano come l’onere dei servizi sopra elencati ricada unicamente sul personale delle Stazioni Carabinieri, come se le stesse fossero una succursale delle linee specializzate della Mobile, e non abbiano incombenze istituzionali proprie delle Stazioni e dei loro comandanti.
Senza sottrarsi ai principi legislativi che vedono il personale dell’Arma dei Carabinieri concorre nei servizi di ordine e sicurezza pubblica, occorre interrogarsi sull’effettiva necessità di eseguire tali servizi, quando per sovraccarico questi incidono sulla condizione psicofisica del personale, spesso con conseguenze nefaste a carico degli operatori di polizia, i quali vorrebbero che tali attività fossero ponderate in relazione agli effettivi organici dei reparti.
In relazione a ciò, è stato rappresentato che ogni singola Stazione espleta mediamente dai tre ai quattro servizi di ordine pubblico alla settimana per fronteggiare l’attuale situazione pandemica. Sulla questione va osservato che il 31 marzo u.s., il Governo ha disposto la fine dello stato di emergenza, senza che nelle settimane successive il numero dei servizi venisse ridotto in ragione del mutamento normativo.
Provocatoriamente, questa associazione ipotizza che i carabinieri del Comando Provinciale di Campobasso, facciano tutto, tranne che controllare il territorio al fine di prevenire e reprimere reati.
La natura della provocazione assume connotati surreali se si aggiungono le esercitazioni di tiro, i servizi di rappresentanza, le attività delegate dalla Procura della Repubblica nonché quelle di carattere burocratico, in Stazioni dove la forza effettiva media si attesta sulle tre/quattro unità.
A parere di questa Associazione, quanto premesso:
– crea nel personale una situazione di malcontento generale e di stress psico-fisico non sostenibile che si ripercuote anche sulla serenità familiare di ogni singolo militare;
– limita l’autonomia decisionale del Comandante di Stazione nella predisposizione dei servizi esterni, in violazione del R.G.A. cap. II, artt. 305 – 306 e art. 47 cap. IV,
– preclude l’attuazione delle disposizioni regolamentari riguardanti i turni di servizio, la fruizione dei riposi settimanali e delle licenze in barba all’articolo 36 della Costituzione;
– espone il personale a seri rischi. Considerato che il benessere, oltre che derivare da un ambiente di lavoro sano – nell’accezione più ampia del termine – scaturisce da dinamiche professionali attivate dal confronto, dall’ascolto e soprattutto dall’attenzione che si pone nell’analisi e nella risoluzione delle tematiche rappresentate, non valutandole come problemi di alcuni, ma di tutti.
Si auspicano verifiche e interventi mirati, da parte dei responsabili Arma, finalizzati a:
– migliorare le condizioni lavorative dei militari, attraverso una rivisitazione dei servizi di ordine pubblico da eseguirsi mediante l’intervento degli organi di raccordo con la Questura;
– ponderare l’impiego del personale nei medesimi servizi, in rapporto agli organici effettivi;
– ad analizzare preventivamente il contenuto delle disposizioni di dettaglio delle Ordinanze del Questore, per evitare l’impiego in compiti non precipuamente destinati al personale dell’Arma dei Carabinieri;
– verificare lo stato dei riposi e licenze da recuperare che oramai asseritamente al limite del lecito;
– ricorrere all’impiego del personale delle Stazioni nei servizi di carattere logistico, sono in situazioni di effettiva necessità, destinando tale incombenza a personale specializzato.
Ridare finalmente un po’ di dignità, almeno quella, a quei comandanti di stazione che, a seguito delle note circolari, dopo il periodo di lunga permanenza si ritrovano trasferiti perché a rischio di compromissione.
SIM CARABINIERI